Esistono diversi modi per coltivare piante di Cannabis: si può iniziare con i semi oppure moltiplicare piante esistenti con le talee. Può sembrare più facile acquistare semi e creare le condizioni giuste affinché nascano piantine forti e vigorose, ma procedere per talea – o come si dice in gergo, per clonazione – è un procedimento più facile di quanto si possa pensare e che porta inoltre più garanzie di successo e più vantaggi. Vediamo in che modo.
Cos’è una talea e cosa significa clonare una pianta di Cannabis?
Parlare di clonazione può apparire un po’ fantascientifico, perché rimanda a immagini di laboratori, procedure complicate e conoscenze di altissimo livello: in realtà clonare nell’ambito della botanica è un processo molto facile da eseguire, e che può regalare grandissime soddisfazioni. Esattamente come per moltissime piante, fiori e alberi da frutto, si possono clonare e moltiplicare anche quelle di Cannabis, adoperando ovviamente i giusti accorgimenti. La talea è dunque un frammento della pianta di marijuana che può radicare e generare a sua volta un’altra pianta, in tutto e per tutto geneticamente identica a quella originaria. Il vantaggio risiede nel fatto che la nuova piantina mantiene tutte le caratteristiche della pianta madre, come ad esempio la resistenza, l’odore, le dimensioni eccetera, senza variazioni di alcun tipo.
Quando si desidera moltiplicare una pianta dai semi invece, non si hanno gli stessi risultati. Prima di tutto perché non c’è mai la certezza che ogni seme darà una pianta sana: ciò può derivare da molteplici fattori, come una cattiva conservazione del seme stesso, l’esposizione a temperature che lo hanno “stressato” ma anche semplicemente perché in natura è prevista sempre una percentuale di “fallimento”, cosa che invece si esclude maggiormente con il procedimento per talea. Inoltre i semi, anche se selezionati, possono produrre piante diverse tra loro, perché l’imprevedibilità genetica può far scaturire caratteristiche inaspettate in maniera totalmente casuale.
Un po’ come avviene per gli esseri umani, in fondo: due fratelli, pur essendo stati concepiti dagli stessi geni, possono diventare anche molto diversi tra loro. La clonazione elimina tutte queste variabili e grazie alle talee è possibile replicare una pianta di Cannabis con la certezza che diventerà esattamente come si vuole; inoltre anche le tempistiche diminuiscono notevolmente: non si deve attendere che il seme germogli e si avrà presto una piantina in grado di entrare a pieno regime vegetativo.
La talea è sempre femmina
Chi desidera coltivare la cannabis, anche se gradisce ottenere ceppi diversi, sa molto bene che una sola pianta maschio può “compromettere” un’intera partita di piante femmine, vanificando gli sforzi di selezione. I semi, anche se provenienti da fornitori certificati, possono sempre riservare qualche sorpresa; ovviamente quelli femminizzati riducono le probabilità di far nascere piante maschio, ma costano molto di più. La talea ricavata da una pianta femmina invece, sarà sempre femmina e quindi si ha la certezza che non spunterà un maschio che al posto di floridi fiori sommergerà le cime con miriadi di semi.
Perché scegliere la talea come metodo di coltivazione
Come detto finora, sono molti i vantaggi che risiedono nello scegliere la clonazione piuttosto che la coltivazione di Cannabis partendo dal seme; dalle tempistiche ridotte nell’avere piante vegetative a minor costi iniziali per l’acquisto di semi di alta qualità, fino alla certezza di ottenere piante sempre femmine. Il beneficio più ambito, però, è un altro: tramite la talea si riversano nella nuova piantina tutte le peculiarità della pianta madre, senza eccezioni; di conseguenza è possibile coltivare piante che rispondano alle precise esigenze, come ad esempio una forte resa, la dimensione finale della pianta stessa (questo può essere utile a seconda che la coltivazione si svolga all’esterno oppure indoor) e non da ultimo l’aroma, il sapore, ma anche la resistenza a determinate malattie o parassiti, che possono sempre aggredire le piantine.
Raccolti extra
Un altro vantaggio molto importante da considerare è la resa che si ottiene moltiplicando le piantine tramite talea. Saltando di fatto la fase di germinazione della pianta, si possono ottenere raccolti extra, durante tutto l’anno. Se per esempio si coltiva indoor e si gestisce con astuzia la produzione di piantine, piante madri e talee in fase di radicazione, si crea un ciclo continuo di stati vegetativi che doneranno più raccolti, senza dover rispettare la pausa invernale o la germinazione dei semi.
Come fare una talea e ricavarne una piantina sana e vigorosa
Come anticipato all’inizio dell’articolo, creare e far sviluppare talee è un procedimento facile, ma ovviamente deve essere effettuato con cura, precisione e con gli strumenti adeguati. Può essere necessaria un po’ di pratica e anche qualche piccolo fallimento, ma una volta compreso il meccanismo e imparata l’arte si riceveranno grandi soddisfazioni! Di seguito una mini-guida su come prelevare la talea dalla pianta madre e come riuscire a farla diventare un clone sano, vigoroso e dall’ottima resa.
Una volta individuata la pianta madre ideale, bisogna dotarsi di tutta la strumentazione necessaria per il trapianto:
- Forbici, cutter o bisturi
- Bicchiere d’acqua
- Gel radicante
- Vasetto con terra
Il rametto da prelevare dalla pianta madre deve essere scelto tra quelli più bassi, perché in genere meno esposti alla luce e quindi più piccoli e con fogliame meno grande. La talea può essere ricavata dalla pianta madre sia durante la fase vegetativa che quella di fioritura; è bene ricordare però che in quest’ultimo caso è possibile che le talee fatichino di più a radicare e la loro crescita potrebbe essere più lenta.
Ovviamente è da scegliere un rametto sano, senza imperfezioni nel fusto e nelle foglie. La parte selezionata, infine, deve avere almeno due nodi. Vanno tolti poi i ciuffi di foglie inferiori e tagliate le estremità delle foglie superiori in modo da minimizzare il fabbisogno di acqua; una giusta idratazione è fondamentale per il corretto sviluppo della nuova piantina. A questo punto si procede “graffiando” molto delicatamente il fusto del rametto: questo servirà a far penetrare meglio il gel radicante. È molto importante in questa fase proteggere la talea, che è molto fragile, da qualsiasi tipo di contaminazione, quindi sia le mani che tutti gli strumenti utilizzati devono essere disinfettati e pulitissimi. Il rametto è pronto per essere tagliato, con un’incisione a 45° da effettuarsi sotto il secondo nodo. Immediatamente dopo il taglio, la talea va messa nel bicchierino con l’acqua.
L’acqua deve essere, possibilmente, con un PH compreso tra 5,5 e 6,5. A questo punto si può optare per due tipi di procedimento, ovvero la radicazione in acqua oppure nel vasetto con la terra. Per far radicare la talea nell’acqua è necessario cambiarla ogni 2 o 3 giorni, per evitare l’insorgere di muffe o batteri. Una volta comparse le radici si può mettere a dimora la piantina in un piccolo vaso di terra, composto da una miscela soffice e ricca, ma senza concime perché potrebbe bruciarla. Se invece dopo aver cosparso la talea di gel radicante si desidera metterla subito in un piccolo vaso, si può adoperare un mix di torba compressa oppure un cubo di lana di roccia, entrambi ambienti ideali per la radicazione.
Dopo aver sistemato la talea all’interno del vasetto, si vanno a nebulizzare con acqua sia la terra che la piantina, che assorbirà l’umidità necessaria dalle foglie fino a che non avrà messo le radici. Si può anche effettuare un taglio multiplo di talee dalla stessa pianta madre senza correre il rischio di danneggiarla. Le piantine vanno poi sistemate sotto una cupola trasparente, che servirà a garantire la giusta umidità (serve circa il 90%) ed esposte ad un ciclo di illuminazione alternando 18 ore di luce a 6 di buio. Non sono necessarie lampade potenti perché i cloni possono crescere anche in penombra. La temperatura ideale per la crescita delle piantine è compresa tra i 20 e i 26 gradi. Le piantine vanno poi controllate tutti i giorni; questo perché se una o più di esse dovessero morire bisogna rimuoverle dalla serra per evitare a muffe o batteri di aggredire le altre talee.
Se tutto è andato bene, dopo circa 10-14 giorni le piantine sono cresciute sane e forti, hanno sviluppato un apparato radicale sufficiente e possono essere trapiantate delicatamente in vasetti più grandi ed esposte anche a luce più intensa, così che possono iniziare il ciclo vegetativo.